Nel Campo di Concentramento di Auschwitz i prigionieri “ribelli” erano mesi nelle celle-prigioni.
Nelle celle ordinarie si mettevano i prigionieri per le indagini,
le celle buie erano riservata alle punizioni e nel 1941 anche ai prigionieri che durante l’appello venivano scelti dal comandante o dal dirigente del campo. Si faceva “la scelta” se si constatava la fuga di un prigioniero dal campo.
Gli “eletti” venivano presi dal blocco a cui apparteneva il fuggiasco.Di solito si sceglievano dieci prigionieri, qualche volta venti.
Collocati nella cella buia, i prigionieri non ricevevano ne da mangiare ne è da bere.
Dopo alcune decine di giorni, essi morivano di fame. I prigionieri della camera buia (di superficie 7 m2) per scontare la pena restavano chiusi tutta la notte e al mattino venivano spinti al lavoro.
Qui, nella cella numero18, morì anche Padre Massimiliano Kolbe, offertosi al martirio al posto di un padre di famiglia, è riconosciuto a tutt’oggi uno dei massimi esempi di vita e fede cristiana.